Cosa si intende per Storia moderna?

Senza dimenticare che la periodizzazione della Storia e i confini cronologici delle quattro epoche che la compongono sono costantemente oggetto di dibattito tra gli storici, riteniamo come da convenzione che la Storia moderna racchiuda tutti gli eventi accaduti tra la scoperta dell’America e la fine dell’Età napoleonica.

Così, in questa sezione sono illustrati gli avvenimenti intercorsi tra l’inconsapevole esplorazione del «nuovo continente» capeggiata da Cristoforo Colombo nel 1492 e l’inesorabile sconfitta della Grande Armata di Francia sul campo di battaglia di Waterloo nel 1815.

Carlo V: il fallimento del progetto universale

L'adesione alla Riforma funge da pretesto per molti principi tedeschi per smarcarsi dal controllo imperiale e conquistare autonomia politica. Insofferenti ai tentativi di Carlo V di proibire la predicazione luterana, i principi tedeschi riuniti nella Lega di Smalcalda scendono in guerra contro l'imperatore. Dalla loro parte si schierano anche la Francia di Enrico II e il papa, entrambe potenze cattoliche, a riprova della natura politica del conflitto. Nel 1555 si giunge alla pace di Augusta, con cui Carlo V è costretto a riconoscere ai principi protestanti le garanzie richieste e a rinunciare al sogno del suo impero universale. Se la predicazione protestante non ha avuto largo seguito in Inghilterra, il re inglese Enrico VIII sceglie ugualmente di rendersi indipendente dalla Chiesa di Roma nel 1534 (scisma anglicano) per liberarsi dall'ingerenza politica del papa.

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La Controriforma cattolica

Nel 1545, su pressione dell'imperatore Carlo V, papa Paolo III convoca il Concilio di Trento nel tentativo di superare le criticità che hanno alimentato il malcontento tra i fedeli e dunque la Riforma protestante. Ha inizio la Controriforma o «riforma cattolica». L'assemblea si protrae per circa diciotto anni (tra varie sospensioni) e delinea gli aspetti dottrinali dell’ortodossia della Chiesa di Roma e i confini della condotta morale del clero cattolico. Un ruolo importante nella Controriforma spetta ai nuovi ordini religiosi, che rispetto a quelli del passato si distinguono per il maggior attivismo al servizio della società. Tra i più importanti, anche per la sua incidenza militare e politica, ricordiamo quello dei gesuiti.

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Filippo II

Nel 1556 Carlo V abdica in favore del fratello Ferdinando, a cui assegna i domini asburgici, e del figlio Filippo, che ottiene la Spagna, i domini italiani, le Fiandre, i Paesi Bassi e le colonie americane. Sotto il regno di Filippo II la Spagna mantiene il proprio dominio sul continente, nonostante numerose disfatte militari e una cattiva gestione delle finanze. Le pressioni indipendentiste dei Paesi Bassi nei confronti della dominazione spagnola sfociano nel 1568 nella guerra degli Ottant'anni, che vede una temporanea sospensione delle ostilità, la «tregua dei dodici anni», con la stipula nel 1609 del trattato di Anversa. Solo con la fine della guerra dei Trent'anni (1618-1648) le province olandesi ottengono l'indipendenza e si chiude il lungo conflitto con la corona spagnola.

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Spirito di crociata: il pericolo turco nel Mediterraneo e le guerre di religione in Francia

La Spagna di Filippo II alimenta un vigoroso spirito di crociata contro la potenza ottomana, che sfocia nella celebre battaglia navale di Lepanto (1571); la vittoria della flotta cattolica passa alla storia come trionfo della cristianità contro gli «infedeli». L'ostilità nei confronti della potenza turca si riassorbe di fronte alla preoccupazione data dalla rapida ascesa dei nuovi porti atlantici. La seconda metà del Cinquecento vede intensificarsi le guerre di religione del regno di Francia, già gravato dalla crisi dinastica (guerra dei tre Enrichi). La situazione sembra stabilizzarsi quando Enrico IV prende il potere, si converte al cattolicesimo ed emana l'Editto di Nantes (1598) concedendo ai protestanti consistenti diritti religiosi e militari nell'area sudoccidentale del paese.

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La dinastia Tudor: l'Inghilterra da Enrico VII a Elisabetta I

I Tudor salgono al trono inglese con la guerra delle due rose e mantengono il potere per oltre un secolo (1485-1603). La dinastia si distingue per governi di impronta assolutistica che superano la tradizionale centralità del Parlamento e mantengono salda l'autonomia rispetto al papato proclamata da Enrico VIII, che con l'Atto di supremazia (1534) sancisce lo scisma anglicano dalla Chiesa di Roma. Il regno non manca di essere attraversato da conflitti religiosi, accentuati peraltro dall'alternanza di monarchi cattolici e protestanti. Esponente cardine e ultimo della dinastia è la regina Elisabetta I, che muore senza figli. È il re scozzese Giacomo a ereditare il trono, riunificando le corone di Irlanda, Scozia e Inghilterra: si apre la dinastia Stuart.

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