Cosa si intende per Storia medievale?

Senza dimenticare che la periodizzazione della Storia e i confini cronologici delle quattro epoche che la compongono sono costantemente oggetto di dibattito tra gli storici, riteniamo convenzionalmente Medioevo il periodo intercorso tra la deposizione dell’ultimo imperatore d’Occidente Romolo Augustolo da parte del generale barbaro Odoacre (476) e la scoperta dell’America (1492).

Se una decisa tendenza regressiva caratterizza i primi secoli dell’epoca, il nuovo millennio segna l’avvio di una fase espansiva, perciò distinguiamo Alto Medioevo (476-1000), che si protrae dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente all’anno Mille, e Basso Medioevo (1000-1492), che si protrae dall’anno Mille all’avventura di Cristoforo Colombo nel «continente sconosciuto».

Tra Tardoantico e Medioevo

La storiografia ha superato l’interpretazione che vede nel crollo dell’Impero romano d’Occidente (476) l’evento che pone improvvisamente fine a un’epoca. Il passaggio dall’Età antica al Medioevo non è così brusco, netto, ma attraversa una lunga fase di transizione durante la quale la civiltà si trasforma lentamente: l’Età tardoantica. Se la storiografia del passato interpretava il Medioevo come l'epoca dei «secoli bui» concentrandosi sulla tendenza regressiva che la contraddistingue, oggi si tende a porre l'attenzione piuttosto sulla sua «tendenza trasformativa», non trascurando il fervore culturale e la nascita di una civiltà nuova che caratterizzano l'epoca e le restituiscono dignità.

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Crisi del potere statale e «dottrina delle due spade»

Durante il Medioevo scompare lo stesso concetto di Stato; le strutture politiche che hanno mantenuto ordine nell'Impero romano vengono meno e sorgono tanti centri autonomi di potere (più o meno vasti, da piccole città a intere regioni) in cui sono i latifondisti a governare, mentre l’aristocrazia guerriera in larga parte analfabeta prende il posto del ceto dirigente colto dell’età romana. Si afferma una teoria politica, la «dottrina delle due spade» secondo cui esistono due poteri universali legittimati da Dio: impero e Chiesa, che in teoria dovrebbero collaborare ma in pratica si scontrano per secoli. Proprio in Età medievale il vescovo di Roma emerge tra gli altri vescovi si afferma come capo della Chiesa.

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L'economia nel Medioevo e le curtes

Il passaggio dall'Età antica al Medioevo è segnato da un significativo calo demografico. La diminuzione della popolazione determina lo spopolamento delle città, l'abbandono di molti terreni coltivati e un vistoso rimboschimento paesaggistico. I crescenti pericoli per terra e per mare causano la contrazione dei commerci e una tendenza alla produzione per l'autoconsumo anziché per lo scambio sul mercato, anche se è azzardato definire l'economia medievale come totalmente «chiusa». La ruralizzazione dell'economia vede la riorganizzazione delle campagne in aziende agricole dette curtes; il fulcro produttivo della curtis è il dominicato, circondato da appezzamenti più ridotti, i mansi, che costituiscono il massaricio.

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L'uomo del Medioevo e i suoi mostri

La cultura medievale ha una visione del mondo tendenzialmente pessimistica: la natura è percepita come pericolosa e piena di insidie, da temere, e calamità naturali, guerre e fenomeni atmosferici vengono interpretati come presagi dell’imminente fine del mondo. L’uomo del Medioevo considera la vita terrena solo un percorso verso la vita vera, quella ultraterrena, perciò legge tutto ciò che accadde sulla Terra nell’ottica della «prova divina» a cui gli uomini sono sottoposti per saggiare la loro fede. Da questo deriva il disprezzo per i piaceri del mondo e la concezione di uomo ideale che si dedica alla contemplazione di Dio rinunciando al buon cibo, al buon vino e, ovviamente, all’amore. È il demonio a tentare l'uomo con le sue invenzioni; prima tra queste: la donna.

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I regni romano-barbarici

Nel 395 l'Impero romano viene diviso: nell'Impero romano d'Occidente sorgono i regni romano-barbarici, mentre quello d'Oriente o bizantino si distingue per una maggiore stabilità politica, economica e sociale. Nei regni romano-barbarici i Latini continuano a gestire l’amministrazione e la burocrazia mentre ai Germani spetta il pieno controllo dell’esercito per evitare possibili rivolte. I barbari vogliono difendere la propria identità, sia continuando a seguire le leggi del proprio popolo che evitando di mescolarsi ai Latini mediante il divieto dei matrimoni misti. La mancata integrazione tra popoli rende questi regni molto fragili e destinati a sopravvivere solo pochi decenni. Unica eccezione è rappresentata dal regno dei Franchi di Clodoveo.

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