Cosa si intende per Storia medievale?
Senza dimenticare che la periodizzazione della Storia e i confini cronologici delle quattro epoche che la compongono sono costantemente oggetto di dibattito tra gli storici, riteniamo convenzionalmente Medioevo il periodo intercorso tra la deposizione dell’ultimo imperatore d’Occidente Romolo Augustolo da parte del generale barbaro Odoacre (476) e la scoperta dell’America (1492).
Se una decisa tendenza regressiva caratterizza i primi secoli dell’epoca, il nuovo millennio segna l’avvio di una fase espansiva, perciò distinguiamo Alto Medioevo (476-1000), che si protrae dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente all’anno Mille, e Basso Medioevo (1000-1492), che si protrae dall’anno Mille all’avventura di Cristoforo Colombo nel «continente sconosciuto».
Nel 476 l’imperatore d’Occidente Romolo Augustolo è stato deposto dal generale barbaro Odoacre. L’imperatore d’Oriente Zenone tenta a più riprese la riconquista della penisola scontrandosi ripetutamente con l’esercito di Odoacre, ma senza successo. Perciò prende accordi con il re dei Goti, Teodorico: sarà lui a provvedere alla deposizione di Odoacre, e in cambio il popolo dei Goti potrà insediarsi in Italia. La politica di Teodorico detto «il Grande» realizza una collaborazione efficace con la classe dirigente locale, a cui viene affidata l'amministrazione del regno, ma il processo di integrazione tra i due popoli è intralciato da diversi fattori, primi tra tutti il divieto di matrimoni misti e la frattura religiosa.
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L'imperatore d'Oriente Giustiniano (527-565) sogna di ricreare il vecchio Impero romano unito, così si avventura nella riconquista dell'Occidente. Se recupera rapidamente i territori del regno vandalo, la guerra per la riconquista dell'Italia contro gli Ostrogoti (Guerra greco-gotica) dura invece a lungo (535-553); nel 554 la Prammatica sanzione ufficializza la riannessione della penisola all'Impero. Eppure il bilancio delle guerre è negativo: l'Italia ne esce pressoché distrutta, la pressione fiscale fa esplodere il malcontento nell'Impero (rivolta di Nika, 532) e appena quindici anni dopo i Longobardi conquistano l'Italia. Giustiniano è ricordato per aver commissionato la sistematizzazione del diritto romano: tutte le leggi del diritto civile vengono raccolte nel Corpus Iuris Civilis.
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Il fenomeno del monachesimo in Occidente prende piede dal IV secolo, quando i monaci iniziano a riunirsi nei monasteri seguendo delle norme condivise, la «regola». Tra le comunità più note ricordiamo quella fondata da Benedetto da Norcia intorno al 529 a Montecassino. Secondo la regola benedettina la vita monastica deve riservare parte della giornata alla preghiera e parte al lavoro manuale: «ora et labora». I monasteri iniziano ad avere un ruolo economico di rilievo e, presto, anche politico, in quanto gli abati finiscono per sostituire le istituzioni pubbliche ormai in declino nell’organizzazione della vita sociale. Per tutto il Medioevo i monaci sono pressoché gli unici a saper leggere e scrivere, a conoscere il latino e a custodire il patrimonio del sapere, per questo il clero mantiene un vero e proprio monopolio sulla cultura per secoli.
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I Longobardi invadono l’Italia nel 569 e in qualche anno conquistano il Settentrione e la Toscana. Il loro regno è attraversato dal perenne scontro con i Bizantini, che tentano di recuperare i territori della penisola. Le incursioni longobarde sono particolarmente violente: le popolazioni autoctone, se non vengono del tutto ridotte in schiavitù, sono tendenzialmente costrette a omologarsi ai conquistatori, nei costumi e nel diritto. A livello amministrativo non si realizza alcuna forma di collaborazione con la classe dirigente latina, spazzata via dall'aristocrazia guerriera. L’arrivo dei Longobardi in Italia segna una svolta decisa e definitiva nella storia della penisola, che dopo secoli all’insegna dell’unità sotto un’unica organizzazione statale si ritrova frammentata, e così resterà fino al XIX secolo.
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I Longobardi si contendono con l'Impero d'Oriente il dominio sulla penisola italiana attraverso continue guerre. Il governo dei possedimenti bizantini viene affidato a funzionari imperiali, l'esarca e i duchi, ma il legame con la corte si allenta rapidamente sia per problemi di comunicazione che per l'impegno bizantino sul fronte orientale nel contrasto all’espansionismo arabo. Di fatto gli italici si ritrovano da soli nella difesa dall'invasione longobarda, e questo accentua le istanze autonomistiche della penisola. Ad ampliare la distanza con l'Impero si aggiungono i contrasti religiosi; prima tra tutte la diatriba sull'iconoclastia, il provvedimento imperiale che impone la distruzione delle icone sacre.
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