Cosa si intende per Storia moderna?
Senza dimenticare che la periodizzazione della Storia e i confini cronologici delle quattro epoche che la compongono sono costantemente oggetto di dibattito tra gli storici, riteniamo come da convenzione che la Storia moderna racchiuda tutti gli eventi accaduti tra la scoperta dell’America e la fine dell’Età napoleonica.
Così, in questa sezione sono illustrati gli avvenimenti intercorsi tra l’inconsapevole esplorazione del «nuovo continente» capeggiata da Cristoforo Colombo nel 1492 e l’inesorabile sconfitta della Grande Armata di Francia sul campo di battaglia di Waterloo nel 1815.
Il 25 settembre 1805, la giovane *Grande Armée* aveva attraversato il Reno tra Mannheim e Strasburgo diretta verso il Danubio. Nel giro di poco più di un anno aveva ridisegnato le carte d’Europa, tracciando il nuovo confine orientale di Francia a oltre cinquecentosessanta chilometri dal precedente. Alla testa di quattro corpi d’armata, Napoleone aveva ammansito il governo austriaco, sbaragliato la potenza militare della Santa Russia e, ora, si accingeva a distruggere in un sol giorno di battaglia la leggenda dell’invincibilità prussiana. All’alba del 14 ottobre 1806, una coltre di nebbia avvolgeva Jena. Ricordava quella che quasi un anno prima aveva offuscato il campo di battaglia di Austerlitz, e sembrava presagire l’esito del nuovo scontro. Dalla «battaglia dei tre imperatori» Napoleone era uscito vincente, e come era accaduto ad Austria e Russia, la Prussia di Federico Guglielmo III sarebbe stata annientata.
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L'espansione turca nel Mediterraneo spinge gli europei alla ricerca di nuove rotte commerciali per l'Asia. I primi ad attivarsi sono i portoghesi, ma è la corona spagnola a finanziare la spedizione che conduce Cristoforo Colombo in America nel 1492. Solo con l'esplorazione guidata da Amerigo Vespucci nel 1501 ci si rende conto che i viaggi di Colombo non lo hanno condotto in Asia, bensì in un continente sconosciuto. Con il trattato di Tordesillas (1494) spagnoli e portoghesi definiscono le rispettive sfere di influenza coloniali, ma queste non vengono riconosciute dalle altre potenze europee, che presto finanziano le proprie spedizioni nel «nuovo continente». Brutali guerre di sottomissione, sfruttamento e nuove malattie portate dai conquistatori decimano le popolazioni locali; da qui, l'«esigenza» europea di deportare schiavi dall'Africa.
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Il Cinquecento vede Spagna e Francia contendersi il primato di potenza dominatrice d'Europa. Con le guerre d'Italia, che si protraggono dal 1494 al 1559, la Spagna impone la propria egemonia sul continente, in particolare sull'area pirenaica e sulla penisola italiana, e la mantiene fino alla conclusione della guerra dei Trent'anni nel 1648. La dinastia Valois in Francia consolida il potere monarchico e getta le basi per l'edificazione del primo «stato moderno», percorrendo i primi passi verso l'assolutismo. La penisola italiana è organizzata in stati regionali tra loro indipendenti e talvolta in conflitto, e questa frammentazione contribuisce alla debolezza rispetto alle potenze straniere, di cui subisce pesanti influenze.
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Nel 1517 il principe tedesco Alberto di Hohenzollern aspira a ottenere la carica di arcivescovo di Magonza pur essendo già titolare di altri due benefici ecclesiastici con cui la carica di arcivescovo è incompatibile; per fargli ottenere la dispensa papale, la banca Fugger versa ventiquattromila ducati alla camera apostolica. Così, Papa Leone X concede al principe tedesco di riscuotere il denaro attraverso una vendita straordinaria di indulgenze, denaro che desidera impiegare per la ristrutturazione della Basilica di San Pietro. Indignato, il teologo Martin Lutero redige le 95 tesi per esprimere la condanna del commercio delle indulgenze, delineando gli aspetti dottrinali essenziali del movimento che provocherà la più imponente frattura del mondo cattolico: la Riforma protestante.
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Nel 1519 Carlo d'Asburgo, già re di Spagna, ottiene anche la carica imperiale con il titolo di Carlo V. Il suo progetto di ricostituire un solido impero universale impone di consolidare il dominio sui territori imperiali sia militarmente che attraverso il rafforzamento dell'uniformità religiosa. Il contrasto con la Francia di Francesco I (che si protrae dal 1521 al 1547) si risolve con la riconferma del controllo asburgico sulla penisola italiana. Il tentativo di ricompattare il mondo cattolico stravolto dalla Riforma protestante ha inizio con la convocazione della Dieta di Worms (1521), che decreta il divieto della predicazione delle idee protestanti e la messa al bando di Lutero dall'impero, ma il proposito di eradicare il luteranesimo si rivelerà arduo e infine destinato al fallimento
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