Il primo Cinquecento: Spagna, Francia e penisola italiana

Il primo Cinquecento: Spagna, Francia e penisola italiana

La Spagna

Nel corso del Cinquecento la Spagna si afferma come potenza dominatrice del continente. Alla fine del XV secolo vanta già una buona economia e in particolare è centrale la produzione e il commercio di lana merinos.

Soprattutto, la Spagna è una potenza militare. Le unità di combattimento chiamate tercios, costituite in parte da picchieri (con armi su asta) e in parte da moschettieri e archibugieri (con armi da fuoco) le garantiscono l’egemonia sul continente fino alla metà del XVII secolo. Nel 1492 conquista il Regno di Granada, ultimo frammento della dominazione araba della penisola e con gli introiti di questo successo viene finanziata la spedizione di Cristoforo Colombo e si apre l’impegno militare sullo scacchiere internazionale (il secolo si caratterizza per il conflitto franco-spagnolo in Italia e nella zona pirenaica).

Il paese ha anche ottimi rapporti con il papato; nel 1496 il papa conferisce ai sovrani il titolo di re cattolici, dal momento che si occupano della cacciata dei marrani dal regno e sottraggono ai musulmani le città in Algeria.

La Francia

Appena uscita dalla guerra dei Cent’anni, la Francia avvia un processo di consolidamento assolutistico eliminando i vassalli riottosi. Stabilizzata la situazione interna, si apre alla politica estera.

Luigi XI di Valois (re di Francia dal 1461 al 1483) con l’aiuto degli svizzeri elimina il duca di Borgogna Carlo il Temerario a Nancy nel 1477 e il dominio borgognone viene diviso. Digione viene incorporata alla Francia mentre Fiandre, Paesi Bassi e Franca contea rimangono a Maria, figlia di Carlo il Temerario, che nello stesso anno sposa il futuro imperatore Massimiliano d’Asburgo (sono i nonni del futuro Carlo V, quel Carlo d’Asburgo che, nato e cresciuto nelle Fiandre, erediterà la Spagna, i domini dei nonni e il trono imperiale).

Il figlio di Luigi XI, Carlo VIII di Valois (re di Francia dal 1483 al 1498) migliora l’organizzazione amministrativa e la riscossione dei tributi, rendendo quella francese la più ricca monarchia d’Europa. È il re francese che guidando una crociata contro i turchi ottiene e tramanderà ai successori il titolo di re cristianissimo, come i re spagnoli.

In accordo con Ludovico Il Moro, reggente del Ducato di Milano, Carlo VIII valica le Alpi e avvia le guerre d’Italia (1494-1559); i francesi non incontrano forti resistenze, favoriti anche dalla diplomazia e dal crollo dei signori italiani. L’esito incerto della battaglia di Fornovo (1495) porta l’esercito di Carlo VIII a rientrare in patria ma presto la Spagna di Ferdinando d’Aragona si inserisce nel conflitto e giunge allo scontro diretto con la Francia; i moschettieri spagnoli sconfiggono la cavalleria francese nella battaglia di Cerignola (1503) e la regione resta sotto il completo controllo della Spagna.

Luigi XII di Valois (re di Francia dal 1498 al 1515) riprende la politica della Francia in Italia. In nome della sua discendenza dai Visconti conquista Milano nel 1499.

Papa Giulio II è impegnato nel contrastare l’espansionismo di Venezia, contro cui ha costituito la Lega di Cambrai (1508) includendo Impero, Spagna e la stessa Francia di Luigi XII; ma lo strapotere francese nella penisola lo induce a rivedere le alleanze e a costituire la Lega santa (1511) proprio contro la Francia; le forze della Lega santa sconfiggono quelle di Luigi XII nella battaglia di Ravenna (1512).

La penisola italiana: Firenze

Alla fine del XV secolo l’Italia è organizzata in stati regionali, tra i più importanti: Ducato di Savoia, Ducato di Milano, Marchesato di Mantova, Ducato di Ferrara, Repubblica di Venezia, Repubblica di Genova, Repubblica di Firenze, Ducato di Urbino, Repubblica di Siena, Stato della Chiesa, Regno di Sicilia, Regno di Sardegna.

Fino al primo Cinquecento, principale centro nevralgico della politica della penisola è Firenze. Nel 1494 Carlo VIII discende in Italia e il debole Piero de Medici ha ceduto le fortezze al re francese senza opporre resistenza; i fiorentini capeggiati dal frate Girolamo Savonarola insorgono e proclamano la repubblica; si scontrano diverse fazioni: piagnoni (seguaci di Savonarola, così chiamati per l’esaltazione della penitenza), i gaudenti (contrari alla rigidità morale dei primi), i palleschi (sostenitori dei Medici), gli arrabbiati (oligarchia magnatizia).

Nel 1498 Savonarola viene giustiziato dai suoi nemici e nel 1512 cade la repubblica; un’altra esperienza di repubblica a Firenze si verifica tra il 1527 e il 1530. I Medici con Cosimo I riprendono definitivamente il potere nel 1537 e vengono insigniti del titolo di duchi.

La penisola italiana: lo Stato della Chiesa

Lo Stato della Chiesa è molto ricco; ogni anno oltre trecentomila fiorini affluiscono da tutta Europa e vengono impiegati per la maestosità della città, la vita mondana, le spese militari.

Papa Sisto IV Della Rovere (1471-1484) per mantenere saldamente potere e ricchezze nomina ben sei suoi parenti cardinali e ad altri affida delle signorie; è l’epoca del grande nepotismo, la politica finalizzata a eliminare i signori locali a capo dei territori dello Stato della Chiesa infeudando i beni ecclesiastici ai parenti del papa.

Rodrigo Borgia viene eletto papa con il nome di Alessandro VI (1492-1503); è ricordato come un papa dalla moralità più che dubbia, vergognosamente corrotto; il suo mandato si caratterizza per l’alleanza con la Francia; suo figlio Cesare Borgia ottiene un ducato in Francia e un esercito con cui sottomette le signorie della Romagna.

Papa Giulio II della Rovere (1503-1513) allontana Cesare Borgia e prosegue personalmente la conquista dei territori romagnoli guidando egli stesso l’esercito; conquista anche Bologna; papa Giulio II è molto attivo in politica estera e promuove diverse alleanze internazionali di rilievo, quali la Lega di Cambrai contro Venezia, che sconfigge nella battaglia di Agnardello (1509) e la Lega santa contro la Francia, che viene però sconfitta nella battaglia di Ravenna (1512), anche se l’esercito francese si ritira presto per via della morte del proprio comandante.

Con la morte di Lorenzo de Medici Firenze smette di essere il principale centro politico della penisola e la famiglia guarda allo Stato della Chiesa; il potere dei Medici vedrà due membri della famiglia (figlio e nipote di Lorenzo) salire al soglio pontificio; si tratta di Leone X (1513-1521) e Clemente VII (1523-1534).