Cosa si intende per Storia moderna?
Senza dimenticare che la periodizzazione della Storia e i confini cronologici delle quattro epoche che la compongono sono costantemente oggetto di dibattito tra gli storici, riteniamo come da convenzione che la Storia moderna racchiuda tutti gli eventi accaduti tra la scoperta dell’America e la fine dell’Età napoleonica.
Così, in questa sezione sono illustrati gli avvenimenti intercorsi tra l’inconsapevole esplorazione del «nuovo continente» capeggiata da Cristoforo Colombo nel 1492 e l’inesorabile sconfitta della Grande Armata di Francia sul campo di battaglia di Waterloo nel 1815.
I propositi universalistici di Carlo V sono andati in frantumi. Non solo il conflitto con i principi tedeschi non si è risolto e viene lasciato in eredità ai successori, ma le tensioni tra cattolici e protestanti si amplificano gettando le basi della più ampia e sanguinosa, nonché ultima, guerra di religione combattuta sul continente: la guerra dei Trent'anni (1618-1648). Nella seconda metà del Cinquecento sulla penisola italiana vige l’egemonia spagnola, che conferisce una certa stabilità interna e un prolungato periodo di pace. Guardando a Oriente, lo zar Ivan IV il Terribile (1547-1584) accompagna l'impero russo in un processo di accentramento e modernizzazione; bisogna attendere la grande dinastia Romanov (1613-1917) per approdare a una certa stabilità politica.
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Nel corso del Seicento la Spagna viene trascinata nel generale declino che coinvolge l’Europa meridionale: agli enormi debiti finanziari lasciati in eredità da Filippo II, si aggiungono la crisi agricola e l'impreparazione del successore Filippo III. Con lui si apre l’«era dei validos», che si distingue per l’abitudine dei monarchi di delegare le più importanti decisioni di governo al primo ministro. Il più noto tra questi è il conte duca di Olivares, primo ministro del monarca Filippo IV dal 1621 al 1643, che opta per l'intervento a sostegno delle forze cattoliche nella guerra dei Trent'anni. Con la sonora sconfitta subita a Rocroi, la Spagna si gioca definitivamente il primato sul continente. Sarà costretta a riconoscere l'indipendenza delle Province Unite: si chiude così anche la guerra degli Ottant'anni.
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Nel Seicento si assiste alla crescita impetuosa delle economie di Inghilterra e Olanda, dove nasce il sistema imprenditoriale, che solleva anche criticità di ordine sociale. Le Province Unite avviano un significativo progresso economico e si affermano rapidamente come principale potenza marittima e commerciale del continente; fondano la prima società per azioni, la Compagnia delle Indie Orientali, e mantengono il monopolio dei commerci fino alla sconfitta subita dagli inglesi al chiudersi del secolo. Anche la Svezia attraversa una fase di vistosa ascesa sotto la guida del sovrano Gustavo II Adolfo (1611-1632) e da paese ai margini delle vicende del continente si afferma come grande potenza.
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Enrico IV (1594-1610) è primo sovrano della dinastia Borbone in Francia. Avvia un processo di centralizzazione del potere monarchico e con l’Editto di Nantes (1598) mitiga il contrasto tra cattolici e ugonotti; in politica estera persegue una linea nettamente anti-asburgica. Il successore Luigi XIII sale al trono ad appena nove anni; la madre e reggente Maria de' Medici affida la gestione del regno al cardinal Richelieu, che mantiene il potere di fatto fino alla morte. Il cardinale intensifica il processo di accentramento monarchico, conducendo una ferma politica anti-nobiliare e anti-ugonotta e contrastando periodiche ondate di rivolte popolari. In linea con la postura anti-asburgica del predecessore, si schiera al fianco dei protestanti nella guerra dei Trent’anni.
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La guerra dei Trent'anni è l'ultima grande guerra di religione combattuta in Europa. Si protrae tra il 1618 e il 1648 e vede fronteggiarsi le forze cattoliche capeggiate dalla casata imperiale degli Asburgo e quelle protestanti guidate dai principi tedeschi. In gioco ci sono grosse questioni politiche, prima tra tutte il braccio di ferro tra il sempre più fragile potere imperiale e le rivendicazioni autonomistiche dei sovrani territoriali. Con la pace di Vestfalia (1648) si conclude il conflitto, tra i più sanguinosi della storia del continente, e si infrange il proposito asburgico di uniformità religiosa dei territori con la riconferma della pace di Augusta. Il consolidamento del potere imperiale sull'area germanica subisce una battuta d'arresto e si assiste al rafforzamento dei poteri locali. Nondimeno, la Spagna, potenza dominatrice del Cinquecento, perde il primato a favore della Francia.
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