L’Europa nella seconda metà del Cinquecento: un quadro generale
L’Europa centrale
Con l’abdicazione di Carlo V la casata imperiale si divide in due rami. Con il fratello Ferdinando si apre la dinastia degli Asburgo d’Austria, che si esaurirà solo con la fine della Prima guerra mondiale. Con il figlio Filippo II si apre la dinastia degli Asburgo di Spagna, che manterranno il potere fino al Settecento.
Gli Asburgo d’Austria devono sin da subito fronteggiare la critica instabilità delle regioni centrali del continente. Oltre alla tensione dovuta alla crescente pressione esercitata dai turchi sui Balcani e sulla regione ungherese, è l’instabilità della continuità dinastica a mettere in crisi la famiglia imperiale. Infatti la recente conversione al calvinismo del principe elettore del Palatinato Federico III espone concretamente al rischio di messa in minoranza dei cattolici all’elezione imperiale, dal momento che già altri due membri dell’assemblea elettorale sono luterani; sempre in quest’ottica appare profondamente preoccupante la crescente adesione alla Riforma dei principi di Boemia incaricati di eleggere il proprio re, anch’esso membro dell’assemblea elettorale dell’imperatore; la questione sarà determinante nello scoppio della Guerra dei Trent’anni.
La penisola italiana
Nella seconda metà del Cinquecento sulla penisola italiana vige l’egemonia spagnola, che conferisce una certa stabilità interna e un prolungato periodo di pace:
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nel Ducato di Savoia con capitale Torino è stato avviato un processo di modernizzazione da parte di Emanuele Filiberto e del successore Carlo Emanuele I; novità che contraddistingue il ducato è la nuova organizzazione dell’esercito con milizie territoriali e non più mercenarie;
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il Ducato di Milano è una provincia spagnola, snodo prezioso per il sistema asburgico sia dal punto di vista economico che per la collocazione territoriale strategica;
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anche la Repubblica di Genova è sotto il pieno controllo spagnolo nonostante formalmente mantenga il titolo di repubblica;
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la Serenissima Repubblica di Venezia è uno stato forte e efficiente, a organizzazione oligarchica; abile nei commerci, si contende con i turchi il controllo delle coste dalmate e delle isole ioniche; organizzazione molto simile è adottata dalla Repubblica di Lucca, altrettanto agguerrita nella conservazione della propria autonomia;
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tra le più rilevanti signorie della penisola ricordiamo Ferrara degli Este, Mantova dei Gonzaga; Parma e Piacenza dei Farnese;
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importante è la Repubblica di Firenze, che sotto la guida medicea impone il proprio controllo anche sulla fiera Repubblica di Siena;
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al centro della penisola si colloca lo Stato della Chiesa a guida papale;
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nel Meridione, i regni di Napoli, Sicilia e Sardegna sono vicereami spagnoli sotto la guida dei funzionari degli Asburgo da Carlo V in poi.
Verso est: Polonia e Impero russo
Il regno di Polonia si caratterizza per un sistema politico peculiare. Il potere è di fatto detenuto da un’assemblea nobiliare detta Sejm, che prende tutte le decisioni rilevanti e si occupa di eleggere il monarca. Il re è sempre straniero, così i nobili si assicurano che non sia una personalità influente nel paese e non abbia una rete sociale che possa favorire una concentrazione del potere attorno alla sua persona; così, si mantiene un debole potere monarchico.
Il regno si caratterizza per uno spiccato pluralismo religioso. Alla maggioranza cattolica si affiancano robuste minoranze, quali cristiano-ortodossa, riformista, calvinista e ebraica.
Altro importante regno d’Oriente è senza dubbio l’Impero russo. Con Ivan IV il Terribile (1547-1584) si avvia la centralizzazione del potere nel regno; nel 1561 Ivan si proclama zar di tutte le Russie e erode progressivamente il potere dei boiardi, i nobili signori feudali; la sua politica si preoccupa di accompagnare il paese in un processo di modernizzazione e a riscattarne la gloria a livello internazionale, proponendo il mito di Mosca come «terza Roma».
Bisogna attendere la grande dinastia Romanov (1613-1917) per approdare a una forte stabilità politica, che si mantiene nel tempo grazie all’ereditarietà del trono monarchico.
Dal punto di vista religioso, l’Impero russo si consolida quale cuore pulsante della Chiesa ortodossa, mantenendo questo ruolo dalla caduta di Costantinopoli ai giorni nostri.