Cosa si intende per Storia moderna?
Senza dimenticare che la periodizzazione della Storia e i confini cronologici delle quattro epoche che la compongono sono costantemente oggetto di dibattito tra gli storici, riteniamo come da convenzione che la Storia moderna racchiuda tutti gli eventi accaduti tra la scoperta dell’America e la fine dell’Età napoleonica.
Così, in questa sezione sono illustrati gli avvenimenti intercorsi tra l’inconsapevole esplorazione del «nuovo continente» capeggiata da Cristoforo Colombo nel 1492 e l’inesorabile sconfitta della Grande Armata di Francia sul campo di battaglia di Waterloo nel 1815.
La contesa tra monarchia e Parlamento sfocia nella guerra civile tra cavalieri (fedeli al re) e teste rotonde (sostenitori del Parlamento). Grande protagonista è Oliver Cromwell, che riorganizza l'esercito parlamentare secondo il *new model army* e sconfigge le forze realiste. Le forze moderate vengono escluse dal Parlamento (*Rump Parliament*), Carlo I viene giustiziato e viene proclamata la repubblica. Cromwell assume il titolo a vita di lord protettore, unifica politicamente Inghilterra, Scozia e Irlanda e reprime le rivolte indipendentiste. La politica estera condotta dalla repubblica è aggressiva e con l'Atto di Navigazione (1651) si apre la stagione delle guerre con l'Olanda per il predominio dei mari. Alla morte di Cromwell viene ripristinata la monarchia con Carlo II, che con la Dichiarazione di Breda (1660) assicura al Parlamento il rispetto delle garanzie costituzionali.
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Le tendenze assolutistiche di Carlo II riaprono le tensioni con il Parlamento. Preoccupa la sua amicizia con Luigi XIV, re cattolico ed emblema dell'assolutismo, con cui stipula segretamente il trattato di Dover nel 1670. Dall'accordo deriva la concessione della libertà di culto ai cattolici inglesi, a cui il Parlamento reagisce con il Test Act (esclusione dei cattolici dalle cariche pubbliche). Il successore è il fratello Giacomo II, cattolico, che con la Dichiarazione di indulgenza (1687) annulla il Test Act; alla nascita di suo figlio, davanti al rischio di una dinastia papista, il Parlamento dichiara decaduto il re e offre la corona al protestante Guglielmo III d'Orange. Il nuovo sovrano e la consorte sottoscrivono la Dichiarazione dei diritti (1689): il regno diviene una monarchia costituzionale sottoposta alla supremazia del Parlamento.
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Nel 1700 muore senza eredi il re di Spagna Carlo II d’Asburgo e sul trono si insedia il successore designato Filippo d’Angiò, pronipote di Luigi XIV con il nome di Filippo V. Il rafforzamento della dinastia borbonica preoccupa le monarchie d’Europa che costituiscono un’alleanza antifrancese. Dapprima l’alleanza sostiene la candidatura al trono di Spagna dell’arciduca Carlo d’Asburgo, ma quando questi ottiene la corona d’Austria, prospettandosi la riunificazione dei territori spagnoli e austriaci dei tempi di Carlo V, le potenze smettono di sostenerlo. Nel 1713 viene stipulata la pace di Utrecht: Filippo V viene riconfermato re di Spagna, con la garanzia che i territori iberici e francesi non vengano riunificati.
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Il Settecento è un secolo attraversato da rivoluzioni politiche, economiche e demografiche. L’Inghilterra si afferma incontrastata come maggiore potenza commerciale. Si alimenta la rivalità tra Francia e Inghilterra e la caratteristica espressione «seconda guerra dei Cent’anni» definisce tutti quegli scontri consumati tra i due stati tra il 1689 e il 1815. Il secolo è attraversato anche da numerose guerre di successione (tra le più importanti, quelle in Spagna, Polonia e Austria). Dagli ultimi decenni del XVII secolo, la Russia inizia la sua trasformazione da paese marginale a potenza rilevante sullo scacchiere internazionale. A condurla in questo processo è lo zar Pietro Il Grande Romanov (1672-1725).
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