Dal VII secolo a.C. la Grecia vede governi tirannici instaurarsi in varie città. I nuovi sovrani assoluti si inseriscono nell'instabilità politica generale per esautorare il potere delle classi aristocratiche e assumere il controllo della città con la forza e il sostegno dell'esercito. I nuovi regimi si distinguono per una spiccata tendenza demagogica, esercitata mediante l'elargizione di sussidi e l'investimento in infrastrutture e ottimizzazione urbanistica. Solitamente le tirannidi vengono rovesciate dagli aristocratici associati in gruppi di *etairoi*, che si contrappongono ai tiranni fino a spodestarli.
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Dall'XI secolo a.C. i dori iniziano a edificare Sparta, città-stato della Laconia che attraverso lunghe guerre sottomette l'intera regione e quella vicina, la Messenia. È una polis di guerrieri, che vede nell'arte bellica e nel sacrificio per la patria i massimi valori antropologici. La città è governata da due re affiancati da due assemblee costituzionali: la *gherousia*, il consiglio degli anziani, e l'*apélla*, l'assemblea del popolo. La società è suddivisa in tre classi: spartiati, che godono di pieni diritti politici e civili e si dedicano soltanto all’attività militare; perieci, abitanti indigeni delle comunità che circondano la città; iloti, totalmente privi di diritti politici e civili assegnati dallo stato agli spartiati, che ne sono di fatto i «padroni».
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