I Pipinidi ascendono al trono franco
Il regno franco dei Merovingi
La mancata integrazione tra le popolazioni latine e germaniche rappresenta il primo fattore di fragilità dei regni romano-barbarici, destinati a sopravvivere solo qualche decennio. Fa eccezione il regno dei Franchi, che con la conversione del re Clodoveo e del suo popolo al cattolicesimo supera le tensioni religiose, favorendo la coesione sociale e la solidità del regno tali da consentire di portare a termine il progetto di unificazione del territorio della Gallia, che inizia a essere chiamata Francia, ovvero «terra dei Franchi».
Eppure alcuni fattori minano la stabilità del regno:
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i Franchi percepiscono il regno come possedimento personale del sovrano (concezione patrimoniale del regno), così alla morte di Clodoveo (511) i territori vengono spartiti tra i suoi quattro figli, originando i regni di Austrasia, Neustria, Aquitania e Borgogna;
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i guerrieri professionisti che costituiscono il ceto aristocratico franco si rendono via via più indipendenti dal potere regio sempre più fragile; questi arrivano a monopolizzare la carica pubblica più prestigiosa, quella di maestri di palazzo, funzionari con il compito di gestire l’amministrazione della corte, la riscossione delle tasse e le proprietà della corona.
I Pipinidi prendono il potere
Nel regno d’Austrasia si afferma la casata dei Pipinidi, oggi ricordati anche come «Carolingi» dal nome di quello che sarà il principale esponente della dinastia: Carlo Magno. I Pipinidi iniziano a concentrare il potere nelle proprie mani come maestri di palazzo, mentre ancora i legittimi sovrani sono i Merovingi. Sono i Pipinidi a riunificare il regno franco:
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nel 687 i Franchi guidati dal maestro di palazzo Pipino II di Herstal sconfiggono Neustrasia e Borgogna nella battaglia di Tertry e annettono quei territori;
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è il figlio di Pipino II, Carlo Martello (714-741), a ricostituire il regno per intero includendo anche l’Aquitania e successivamente ad annettere Turingia e Alemannia; nel 732 i Franchi guidati da Carlo Martello sconfiggono gli Arabi nella celebre battaglia di Poitiers, passata alla storia per aver frenato l’avanzata degli «infedeli»; per questo i Pipinidi vengono ricordati come paladini della cristianità;
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nel 737 muore il sovrano Childerico III e il trono viene direttamente assunto da Carlo Martello; si chiude così la dinastia dei Merovingi; prima di morire, Carlo Martello suddivide il regno tra i suoi due figli Carlomanno e Pipino il Breve, che presto esclude il fratello dal potere e riunifica il regno nelle proprie mani.
Pipino il Breve e l’alleanza con il papato
Il passaggio dalla dinastia dei Merovingi a quella dei Pipinidi viene legittimato grazie all’alleanza con la Chiesa, favorevole alla casata che si è consacrata alla difesa della cristianità sconfiggendo gli Arabi a Poitiers e ponendo sotto la propria ala monasteri e chiese vescovili.
Nel 750 due ambasciatori di Pipino il Breve incontrano a Roma papa Zaccaria. Il pontefice offre il suo appoggio ai Pipinidi, che di fatto detengono già il potere, dichiarando che spetta a loro il titolo di re dei Franchi. Così viene convocata l’assemblea generale dell’aristocrazia, che nel 751 depone Childerico III e proclama sovrano Pipino. È importante sottolineare la sacralità che contraddistingue l’inaugurazione della nuova dinastia, il cui primo esponente viene incoronato nella cattedrale di Soissons durante una cerimonia. L’unzione del re con l’olio santo è altamente simbolica e vuole comunicare che è Dio stesso a benedire e conferire potere ai nuovi sovrani.
Intanto in Italia si protraggono i contrasti tra Longobardi e Bizantini. Il nuovo re longobardo Astolfo (749-756) annette al proprio regno Ferrara e Ravenna e arriva a rappresentare una seria minaccia per i territori pontifici, tant’è che papa Stefano II in persona raggiunge Pipino in Francia per chiedere il suo sostegno; in quell’occasione rinnova l’incoronazione del re franco e incorona i figli Carlomanno e Carlo, il futuro Carlo Magno.
Pipino discende in Italia e sconfigge i Longobardi nel 754 e nel 756, sottraendo loro territori che poi cede al papa e contribuiscono alla costituzione del Patrimonio di San Pietro (espressione con cui all’epoca ci si riferiva allo Stato della Chiesa). Alla morte di Astolfo viene incoronato re Desiderio (757-774). Il matrimonio di Carlo e Carlomanno con le principesse longobarde Ermengarda e Gerberga sancisce la pace tra Franchi e Longobardi, destinata tuttavia a breve durata.