Gli Asburgo e il Sacro Romano Impero: il rafforzamento con Carlo V
Carlo V, l’esordio: l’impero universale e la Dieta di Worms
Nel Quattrocento l’impero include realtà territoriali disomogenee. È una pura formalità l’obbedienza dovuta all’imperatore, che di fatto legittima con il riconoscimento di titoli nobiliari i signori che già detengono il potere.
La Bolla d’Oro emanata nel 1356 definisce i criteri per la scelta dell’imperatore: si sottolinea quindi che la carica imperiale è elettiva. L’imperatore viene nominato da sette principi elettori: i quattro nobili titolari di Boemia, Sassonia, Palatinato e Brandeburgo e i tre vescovi di Colonia, Treviri, Magonza. Di fatto, gli Asburgo detengono la carica imperiale dal 1438 e la mantengono a lungo, consolidando progressivamente il proprio potere mediante la politica matrimoniale, che rafforza l’influenza della famiglia attraverso matrimoni combinati.
Carlo d’Asburgo, nipote dell’imperatore Massimiliano I (1493-1519), nel 1516 diviene re di Spagna con il titolo di Carlo I. L’imperatore avvisa il nipote che per divenire il prossimo imperatore la rete di parentela non è sufficiente: l’attribuzione della carica è una vera e propria asta ed è necessario avere molto denaro per ottenerla. Per assicurarsi la carica, Carlo prende accordi con la banca Fugger, che anticipa un milione di fiorini in cambio di futuri privilegi sull’estrazione di rame e argento.
Carlo si contende la carica imperiale con Francesco I di Francia e Enrico VIII di Inghilterra; la ottiene nel 1519 con il titolo di Carlo V. Sogna di ripristinare l’impero universale; per questo è necessario rafforzare la solidità della casa d’Asburgo sullo scacchiere internazionale e pacificare la cristianità nel pieno della burrasca della Riforma luterana; il suo grande progetto è riunire nella sua persona le corone di Sacro Romano Impero e re cattolico.
Nel 1521 Carlo V esordisce nella politica tedesca convocando la Dieta di Worms, l’assemblea a carattere legislativo, esecutivo e giurisdizionale che riunisce i principi del Sacro Romano Impero ed è presieduta dall’imperatore; viene convocato anche Martin Lutero, invitato a esporre le pubbliche accuse che ha iniziato ad avanzare alla Chiesa da qualche anno; l’imperatore ritiene che queste interferiscano con il suo progetto universalistico andando a rafforzare i principi tedeschi (che nell’adesione alla Riforma trovano il pretesto per rendersi autonomi dal potere imperiale, roccaforte del cattolicesimo); così Lutero viene invitato a ritrattare le sue tesi e la loro diffusione viene proibita (Editto di Worms); Lutero viene bandito dal territorio imperiale.
La guerra contro Francesco I
Nel perseguimento del suo progetto egemonico, Carlo V entra in contrasto con Francesco I, il re cristianissimo di Francia:
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nel 1521 Carlo V occupa il Ducato di Milano (corridoio di collegamento tra i suoi possedimenti, la Spagna e l’impero); nel 1525 Francesco I cerca di riconquistare il Ducato ma nella battaglia di Pavia viene sconfitto e fatto prigioniero;
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nel 1526 papa Clemente VII istituisce la Lega di Cognac (o «seconda Lega santa»), includendo gli stati italiani, l’Inghilterra e la Francia di Francesco I che nel frattempo ha riottenuto la libertà; contro le milizie della lega, l’imperatore arruola i lanzichenecchi, mercenari tedeschi, luterani e antipapisti, che sconfiggono le forze papali e perpetrano il sacco di Roma (1526) devastando la città;
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nel nel 1529 la pace di Cambrai sancisce la vittoria di Carlo, che l’anno seguente sarà incoronato dallo stesso Clemente VII come re d’Italia e imperatore, ricordando i tempi di Carlo Magno; Francesco I cerca di allargare l’alleanza contro l’imperatore coinvolgendo luterani (principi tedeschi) e islamici (turchi di Solimano il Magnifico); nel 1523 riprendono i combattimenti via terra e la Francia occupa la Savoia;
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nel 1547 la battaglia di Mühlberg sancisce quella che sembra essere la definitiva vittoria imperiale; da qualche settimana è morto Francesco I, lasciando la Francia con un enorme debito finanziario; anche i principi tedeschi luterani hanno subito una significativa battuta d’arresto; da questa partita, ne deriva un rafforzamento dell’Impero.